Acque Vicentine e Alto Vicentino Servizi, le assemblee delle due società danno mandato per la presentazione del progetto di fusione

Via libera ufficiale al processo per l'aggregazione tra Acque Vicentine SpA e Alto Vicentino Servizi SpA. Le assemblee di coordinamento dei due gestori del servizio idrico integrato, formate dagli enti locali soci, hanno approvato il 19 dicembre 2016 l'ordine del giorno con il quale danno mandato ai CdA delle due società di elaborare congiuntamente il progetto di fusione che potrà portare alla nascita di una nuova realtà pubblica con competenza su 69 Comuni del territorio e un bacino di 550.000 abitanti. Il passaggio, preceduto dalla realizzazione di uno studio di fattibilità, è stato illustrato alle rispettive assemblee dai presidenti delle due società Angelo Guzzo e Giovanni Cattelan.

Le premesse alla fusione Lo studio di fattibilità ha evidenziato che la prospettiva di fusione è coerente con la normativa vigente sulle società a controllo pubblico, sui servizi pubblici locali e sugli affidamenti in house ed è in linea con le indicazioni e gli atti di indirizzo dell’AEEGSII e del Consiglio di Bacino Bacchiglione. L'operazione permette inoltre di mantenere il controllo pubblico della gestione del servizio, in linea con gli esiti referendari, creando un operatore di dimensione significativa a livello nazionale e fra i primi cinque a livello veneto.

Gli obiettivi della fusione Punto di partenza della fusione sarà l'attuale modello di servizio delle due società: la conferma di tutti i presidi territoriali e l'individuazione di una nuova sede baricentrica (oggi entrambe le società non hanno una sede di proprietà) consentirà di garantire una presenza di servizi all'utenza e di gestione diffusa nel territorio, alta attenzione alla qualità del servizio e lo stretto collegamento con gli enti pubblici territoriali che oggi caratterizza Alto Vicentino Servizi e Acque Vicentine. Si potranno in questo modo sviluppare sinergie e risparmi da indirizzare a un incremento degli investimenti, alla fornitura di servizi aggiuntivi e al contenimento delle tariffe. L'analisi delle possibile sinergie, in particolare, evidenzia un potenziale risparmio complessivo, tra il 2017 e il 2022 di oltre 7 milioni di euro (pari al 2% annuo). La nuova dimensione, con la possibilità di un rinnovo dell'attuale concessione, garantirà al gestore migliori possibilità di accesso al credito, abilitando così un nuovo piano di investimenti a lungo termine.

Il rapporto con gli utenti Non cambia la centralità del rapporto con l'utente che anzi, nel tempo, potrà beneficiare di servizi aggiuntivi e dei vantaggi che potranno derivare dalle economie di scala in termini di investimenti nel territorio, contenimento tariffario e qualità dell'offerta: i risparmi generati dal processo saranno infatti destinati interamente a sostenere la realizzazione di opere nel territorio e a servizi aggiuntivi. Non verranno meno gli sportelli territoriali, oggi punto di riferimento per tanti utenti, che saranno così 7, a cui si aggiungono i 5 presidi operativi. Fino al 2019 verranno inoltre confermati i piani tariffari e di investimento già approvati: dal 2020 si passerà invece a tariffa unica e piano degli investimenti comune.

I dipendenti Così come non sono previsti tagli ai presidi territoriali, non sono in programma ridimensionamenti sotto il profilo del personale.

Il percorso della fusione Con il via libera delle assemblee dei soci si apre un percorso che dovrà portare all'elaborazione, con il supporto di un advisor comune, di un progetto di fusione da sottoporre all’esame preventivamente dell’Assemblea di coordinamento e successivamente dei consigli comunali e dell’Assemblea dei Soci, prendendo a riferimento la situazione economico finanziaria al 31 dicembre 2016. Completato il processo di fusione tra le società di gestione verrà avviato il progetto di incorporazione delle società patrimoniali.

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